A maggio 2021 accelera la ripresa per le imprese dell’area euro

Nel mese di maggio le imprese dell’area euro rafforzano l’attività e l’indice Pmi, il Purchasing managers index, arriva a sfiorare quota 60 punti, sui massimi da 3 anni, e il flusso di ordini in entrata è ai massimi in 15 anni. Si tratta di un dato evidenziato dalla società di ricerche Ish Markit, che elabora l’indice Pmi per il quale 50 punti rappresentano la soglia di ‘neutralità’, oltre i 50 rappresenta la crescita e sotto i 50 la recessione. Secondo Ish Markit a maggio questo indicatore, sull’insieme di industria e servizi dell’area euro, dai 53,8 di aprile è salito infatti a 56,9 punti, il punteggio massimo da 39 mesi.

Migliora il terziario, il manifatturiero rimane quasi invariato a 62,8 punti

Sempre secondo la società di ricerche a migliorare decisamente è anche il settore terziario, con il relativo indice Pmi passato a maggio a 55,1 punti rispetto i 50,5 del mese precedente, mentre il manifatturiero nei due mesi è rimasto quasi invariato a 62,8 punti. L’ottimismo per i prossimi 12 mesi continua a segnare nuovi record, ma anche gli indicatori dei prezzi aumentano, rileva Ish Markit, toccando il massimo storico nel manifatturiero, poiché la domanda continua a superare l’offerta per molti prodotti e servizi.

La domanda per beni e servizi cresce al tasso più alto in 15 anni

“Con la riapertura dell’eurozona a seguito dell’allentamento delle restrizioni anti Covid-19, la domanda per beni e servizi all’interno della regione è cresciuta al tasso più alto in 15 anni – afferma il capo economista di Ish Markit, Chris Williamson -. Le misure di contenimento del virus sono diminuite al livello più basso dallo scorso ottobre, facilitando quindi il miglioramento. La crescita sarebbe stata ancora più forte se non fosse stato per i ritardi record nella catena di distribuzione e per le difficoltà nel riattivare velocemente l’attività delle aziende al fine di soddisfare la domanda, specialmente nel riavvio delle assunzioni”.

Il divario tra offerta e domanda aggiunge pressione sui prezzi dei beni

Secondo Williamson lo squilibrio tra offerta e domanda ha aggiunto però ulteriori pressioni sui prezzi, riferisce Askanews. “La durata di queste pressioni inflazionistiche dipenderà da quanto velocemente l’offerta si allineerà con la domanda – puntualizza Chris Williamson -. Al momento però il divario sta peggiorando, causando la più forte pressione dei prezzi sui beni mai registrata dall’indagine, e l’aumento delle tariffe per i servizi”.