Altro che virali, le fake news sono più resistenti dei virus

Il pericolo della diffusione di notizie false o di manipolazione delle informazioni nell’era dell’informazione digitale è sempre in agguato. Spesso paragonate alla propagazione delle malattie, in realtà le fake news sono peggio dei virus, perché quando “attecchiscono” sono più resistenti, e si diffondono con meccanismi molto più complessi rispetto a quelli che determinano il contagio dei virus veri e propri. Per porre un argine alla diffusione di notizie false, spesso fonte di atteggiamenti di odio e intolleranza online, non basta però la sola informazione corretta. Perché la loro propagazione dipende anche da alcuni fattori umani, come la propensione a imitare i propri simili e divulgare le proprie idee.

Come la diffusione di una malattia o di una fake news cambia il modo di agire delle persone

Sull’argomento si è occupata una ricerca sulla simulazione di fenomeni di propagazione nelle reti sociali, pubblicata sulla rivista scientifica Plos One dal ricercatore Marco Cremonini, dell’Università di Milano, insieme a Samira Maghool, dottoranda in fisica dell’Alzhara University di Teheran.

“Il nostro studio – spiega Cremonini – si è focalizzato su un tema ancora di nicchia, ma di forte interesse: il rapporto tra il fenomeno che si propaga e la reazione delle singole persone coinvolte. Il nostro obiettivo è capire come la diffusione di una malattia virale, una dipendenza o una fake news, cambi il modo di agire delle persone e viceversa”.

La probabilità che venga diffusa una notizia falsa dipende dalla volontà di diffonderla

Questa mutua influenza è difficile da comprendere, “perché la consapevolezza delle persone – sottolinea il ricercatore – varia in base a fattori che i modelli finora non avevano specificato in modo efficace”. “Quando si diffonde una malattia, per esempio, le persone prendono consapevolezza e reagiscono per proteggersi, limitando il contagio –  continua Cremonini -. Nel caso di una dipendenza, vedere i miei amici che ne diventano schiavi mi può portare a imitarli oppure ad allontanarmi da loro. Nel caso di una notizia falsa online, la probabilità che venga diffusa non dipende solo dal fatto che ci creda e dalla voglia imitare i miei amici, ma anche dalla volontà di diffondere l’idea stessa”.

Comprendere le dinamiche per contrastare l’informazione negativa

Dire quindi che le fake news sono come virus è un po’ semplicistico, riporta Ansa, e aumentare la consapevolezza delle persone attraverso l’informazione può non essere sufficiente per arginarle. “Per questo – sottolinea il ricercatore – è importante affinare sempre più i nostri modelli, in modo da capire meglio le dinamiche e sviluppare strategie più efficaci per contrastare l’informazione negativa favorendo quella positiva”.