Instagram il social network più colpito dal cyberbullismo

Il fenomeno del cyberbullismo è sempre più un’emergenza sociale, e non solo fra i giovanissimi. Ma quali sono i social potenzialmente più “pericolosi”? Ecco le percentuali: il 42% dei casi di cyberbullismo avviene su Instagram, il 37% su Facebook e il 31% su Snapchat. Con percentuali minori, dal 12 al 9%, seguono Whatsapp, Youtube e infine Twitter. Sono i dati diffusi dal Centro Studi di ReputationUp, società specializzata nella gestione della reputazione online. 

Sentimenti ed emozioni sotto la lente

Per elaborare questi dati, il Centro Studi di ReputationUP ha utilizzato un software proprietario di intelligenza artificiale che monitora la rete in base a determinati hashtag o parole chiave. Oltre a tener conto del numero di menzioni, questo software è anche in grado di calcolare il sentimento (positivo, negativo e neutrale) e le emozioni (gioia, sorpresa, tristezza, rabbia, disgusto, paura) delle varie interazioni che avvengono intorno alla parola chiave o hashtag. Il risultato che assegna a Instagram il triste primato del cyberbullismo è stato ottenuto confrontando i dati ottenuti con quelli dell’Istat, del Miur e del Ministero della Famiglia.

Cyberbullismo, un fenomeno in forte crescita

Come dimostrano anche i dati delle ricerche effettuate su Google per l’argomento “cyberbullismo”, il fenomeno negli ultimi 15 anni è cresciuto in maniera esponenziale. E le conseguenze sono devastanti, come evidenzia la ricerca di ReputationUp. Chi è oggetto di bullismo via internet manifesta infatti un grande malessere che può portare addirittura a pensieri suicidi o all’abuso di alcol. Numeri alla mano, nel 41% dei casi il cyberbullismo provoca grande ansia sociale e nel 37% fenomeni depressivi. Il 26, 25 e 24% dei casi è rispettivamente rappresentato da pensieri suicidi, autolesionismo e sospensione nell’utilizzo dei social. Infine, il bullismo via internet provoca assenze scolastiche nel 20% delle volte, disturbi alimentari nel 14% dei casi e abuso di alcol e droghe nel 9% dei casi.

L’importanza della prevenzione in tutti gli ambiti

“Lo studio evidenzia che in Italia è necessario fare molta prevenzione – dice Andrea Baggio, CEO e Founder di ReputationUp -. Da tempo siamo per questo impegnati in prima linea contro il cyberbullismo e entro fine anno presenteremo un progetto innovativo per aiutare le istituzioni scolastiche e le forze dell’ordine a contrastare questa assurda piaga sociale, le cui conseguenze sono spesso drammatiche”. Per spegnere il cyberbullismo dai social, quindi, è necessario attivare una rete di informazione e di protezione attiva anche e soprattutto nel mondo reale.