Le strade che possono riportare Ducati in Italia

 

Design inconfondibile, alte prestazioni, rombi impressionanti, avanguardia nella tecnica: Ducati è nell’immaginario collettivo “la rossa” delle motociclette. Solo un aspetto, negli ultimi anni, ha indebolito l’identità di un marchio che a molti appare comunque, per storia, prestigio e prestazioni, come la Ferrari su due ruote: a differenza delle vetture del  “Cavallino”, Ducati non è italiana al 100%. La produzione dei bolidi su due ruote è sempre rimasta a Borgo Panigale, alle porte di Bologna, ma i nuovi proprietari sono dal 2012 quelli di Lamborghini Automobili S.p.A., a loro volta controllati dai tedeschi del Gruppo Volkswagen. Un’acquisizione che sembrava poter garantire continuità finanziaria e industriale a Ducati, almeno fino all’arrivo dello scandalo emissioni che ha sconvolto, dal 2015, i vertici del gruppo di Wolfsburg.

Il Dieselgate a oggi è costato a Volkswagen ben 17,5 miliardi di dollari, ai quali si aggiungeranno 4,3 miliardi di patteggiamento con le autorità giudiziarie Usa. Logico che inizi un ripensamento del perimetro delle attività del Gruppo, insistendo sull’automotive (i marchi Audi, Seat, Skoda, Porsche, Lamborghini e Volkswagen non risultano in vendita) e magari sacrificando Ducati. Ricordando che l’acquisto del 2012 si concretizzò su cifre pari a 860 milioni di euro, la casa di Borgo Panigale secondo indiscrezioni potrebbe ora tornare in mani italiane.

Le piste più accreditate sono due. La prima porta al passato, cioè ai vecchi proprietari della Investindustrial Holdings di Andrea Bonomi, che nel 2007 riportà Ducati all’utile. La seconda apre prospettive inedite, e vedrebbe la discesa in campo del Gruppo Benetton, solida realtà finanziaria italiana che vanta presenze in diversi settori dell’economia. Il Gruppo Benetton presidia, infatti, il settore infrastrutture e immobiliare controllando la società Atlantia. È presente nel settore ristorazione con Autogrill. È nota per l’abbigliamento e la gestione dei marchi Benetton, Sisley, Playlife, Killer e altri ancora. Tralasciando le innumerevoli partecipazioni azionarie in altre società, un controllo totale su Ducati aprirebbe settori dell’economia inesplorati dal Gruppo trevigiano.

Naturalmente, non ci sono solo acquirenti italiani interessati a Ducati, che nel 2016 ha venduto oltre 55.000 moto declinate nei sei modelli prodotti: Scrambler, Diavel, Hypermotard, Monster, Multistrada e Panigale. Accreditati sembrano gli indiani di Bajaj Auto, che hanno già fatto esperienza nel settore motori acquisendo parte di Ktm. Ci sarebbero anche i cinesi di Saic in attesa, con l’obiettivo di creare un polo del lusso con i brand Ducati e Aston Martin. Dagli Stati Uniti si parla anche di un forte interessamento di Harley-Davidson, azienda che di motori se ne intende. Del resto gli Stati Uniti sono il principale mercato, insieme all’Italia, per le moto Ducati.