Le 5 truffe sul cellulare, come riconoscerle ed evitarle

Secondo il Rapporto Digital 2018 l’Italia è il terzo Paese al mondo per “hackeraggio” di telefoni cellulari, alle spalle solo di Corea del Sud e Hong Kong. La criminalità cerca infatti di mettere in atto truffe di vario tipo, da quella del sì ai numeri da non richiamare mai, fino al trucco della tariffa che raddoppia. E Facile.it ha creato un vademecum in 5 punti da usare come scudo contro i malintenzionati.

Il funzionamento della cosiddetta truffa del sì, ad esempio, è tanto semplice quanto pericoloso. Generalmente si riceve una telefonata proveniente da un numero con prefisso telefonico italiano. Non appena si risponde, chi ha chiamato chiederà se siamo il signor Tal dei Tali, ma rispondendo sì, tramite un’attività di montaggio audio, quel sì diventa la risposta a domande in realtà mai poste, e usate per certificare la richiesta all’abbonamento a qualche servizio a pagamento.

I numeri da non richiamare

Un modo semplice per difendersi dalla truffa del sì è quello di dotare il telefono di un identificativo di chiamata. Oppure alla fatidica domanda meglio articolare la risposta, e dire qualcosa del tipo: “Mi chiamo così” oppure “Sono io”.

Un altro genere di truffa molto diffusa è quella legata alle chiamate ricevute da numeri sconosciuti. Il meccanismo è il seguente: si riceve una telefonata da un numero sconosciuto e nel momento stesso in cui rispondiamo, il truffatore fa cadere la linea. L’intenzione è quella di spingere la preda a richiamare e prosciugarle il credito telefonico, addebitando sul suo numero costi a dir poco esorbitanti per la chiamata.

L’aiuto più importante per non cascare in questo inganno arriva dal web, riporta Adnkronos, dove bastano pochi secondi per verificare se il numero sia già segnalato come origine di frodi.

Gli abbonamenti estorti con l’inganno

Milioni di italiani poi sono già caduti nella trappola degli abbonamenti fasulli, ritrovandosi iscritti, a loro insaputa, a servizi a pagamento attivati dopo aver navigato su un sito o dopo aver cliccato, su un banner. Il più delle volte ci si accorge della frode solo dopo l’esaurimento del credito telefonico o, comunque, dopo che ce ne è stata sottratta una quantità notevole.

Se è semplice cadere nella trappola, però, è altrettanto semplice uscirne o, addirittura, evitare di finirci. Basta richiedere al proprio operatore il blocco totale dei cosiddetti servizi a pagamento. E contattare il proprio operatore perché proceda anche al riaccredito di quanto tolto senza autorizzazione.

La tariffa che raddoppia e i falsi messaggi su Whatsapp

Lo schema è sempre lo stesso; il cliente viene contattato con una telefonata e l’operatore, che sa quale sia l’azienda di telefonia mobile con cui la vittima ha un contratto, lo informa che proprio quella compagnia sta per aumentare di molto i costi o che ha avuto gravi problemi alle infrastrutture. Per metterlo al riparo da questi rischi o scusarsi dei fastidi arrecati, è però in grado di offrirgli una nuova tariffa, con un altro operatore. Ovviamente è una trappola. E se la maggior parte di noi ormai è abituata a non fidarsi di email che ci invitano a cliccare su un link per inserire dati privati o di pagamento, lo stesso schema oggi viaggia su un altro canale: i messaggi istantanei sul cellulare o su Whatsapp. Non abituati a dubitare di quello che ci arriva in questo modo, troppo spesso abbiamo le difese abbassate. E altrettanto spesso cadiamo in trappola.