Le quattro parole chiave della felicità

Il coach Roberto d’Incau, fondatore della società di consulenza Hr Lang & Partners, e la psicoterapeuta Laura D’Onofrio, hanno realizzato il Lessico della Felicità, una sorta di mini dizionario, edito da Baldini + Castoldi, in cui raccontano la felicità in tutte le sue declinazioni. In pratica, 33 parole sui cui riflettere per riuscire ad affrontare lo stravagante disturbo che è la vita. Ma sono quattro le parole che fanno emergere il significato profondo delle relazioni, e che potrebbero farci vivere meglio se riuscissimo a usarle dal lato giusto: amore, comunicazione, desiderio, empatia.

L’amore è una partita di squash

“Possiamo pensare all’amore come se fosse una partita di squash – spiega Laura D’Onofrio -. Si è in due davanti a una parete, e la pallina rappresenta tutto ciò che ci può essere in una relazione: sentimenti, problemi, esperienze di vita”.

Questo significa che tutto ciò che parte da un membro della coppia torna verso l’altro, il quale ha il compito di prendere ciò che arriva e mandarlo indietro di nuovo. Il trucco sta nel cercare di non far cadere ciò che lega due persone, nel raccogliere, o accogliere, tutto, e rimandarlo indietro in una forma nuova.

Ma cos’è la parete contro cui sbattono i sentimenti? Il mondo fuori dalla coppia, ciò che non fa parte del nucleo in cui vive l’amore, ma contro cui si scontra quotidianamente. Che può incidere negativamente sulla relazione.

Comunicazione, controllare la ricevuta di ritorno

Il meccanismo del comunicare è noto a tutti. Ci deve essere qualcuno che vuole mandare un messaggio e un altro che lo deve ricevere. Per una comunicazione efficace “ci devono essere due persone una che parla e un’altra che ascolta e che fa capire che il messaggio è arrivato in maniera efficace – continua D’Onofrio -.  Comunicare non è solo dirsi delle cose, ma essere certi che sia arrivato un messaggio. Alla base della comunicazione c’è proprio questo”. Un po’ come la ricevuta di ritorno delle e-mail.

Se quindi voglio dire qualcosa devo partire da quello che voglio comunicare e fare in modo che l’altro capisca esattamente quello che dico, perché altrimenti do vita al primo fraintendimento che viene messo in campo, soprattutto nelle relazioni, e sul quale poi si articolano litigi e conflitti.

Desiderio ed empatia, evitare l’effetto melassa

Abbiamo una quantità di desiderio limitata, che però è possibile rigenerare. Il rapporto può essere monogamico, ma è importante mantenere uno spazio proprio, individuale.

“Nella coppia non bisogna mettere tutto – sottolinea D’Onofrio – altrimenti si perde lo spazio del desiderio”, che nasce quando qualcosa non ci appartiene ancora, riporta Ansa.

L’empatia, poi, è una fenomenale competenza relazionale, significa che possiamo capire il punto di vista dell’interlocutore. Per questo è una competenza anche professionale. Entrare in empatia significa mettersi nei panni dell’altro, comprenderne le esigenze. Anche quella di avere uno spazio segreto.