Lavoro e Intelligenza Artificiale: generazioni a confronto

Cosa pensano i lavoratori italiani dell’Intelligenza Artificiale? Se è vero che l’AI sta rivoluzionando il panorama del lavoro, e che le generazioni più giovani sono le più attive nell’uso delle nuove tecnologie, la maggioranza degli italiani ritiene che l’AI abbia aumentato l’efficienza lavorativa, e solo una minoranza esprime un’opinione negativa sul suo impatto nel lavoro. Di fatto, l’81,2% della GenerazioneX e l’80% della GenerazioneZ dichiara di utilizzare l’Intelligenza Artificiale quotidianamente.
È quanto emerge da una ricerca condotta da Seed Digital su 490 partecipanti, provenienti da diverse regioni italiane e diversi settori produttivi, e suddivisi tra Baby Boomers, GenerazioneX, Millennials, e GenerazioneZ, al fine di comprendere come l’AI stia influenzando il mondo del lavoro in Italia. 

Il livello di istruzione influenza le percezioni

Il livello di istruzione sembra influenzare le percezioni riguardo l’AI: il 90% degli intervistati senza un titolo di studio fa uso dell’AI, mentre il campione con istruzione universitaria tende a essere più cauto nel suo utilizzo e nel sostenere il miglioramento dell’efficienza lavorativa grazie a questi strumenti.
Nonostante l’Intelligenza Artificiale stia diventando un elemento comune nel mondo del lavoro, l’affidabilità dei suoi output rimane un aspetto cruciale da considerare. Secondo il sondaggio, la fiducia varia in base all’età, al livello di istruzione e all’ambiente lavorativo. In particolare, gli utenti di età superiore ai 42 anni e quelli con un percorso di studi universitario tendono a essere meno fiduciosi nei confronti dei risultati prodotti dagli strumenti di AI.

Un utilizzo più diffuso tra freelance, aziende e agenzie

Per quanto riguarda l’ambiente di lavoro, l’utilizzo dell’AI è più diffuso (80%) tra freelance, aziende e agenzie. Le aziende, in particolare, sembrano beneficiare maggiormente dell’Intelligenza Artificiale usando più spesso strumenti basati su questa tecnologia rispetto agli altri settori. Seed ha anche esaminato le principali attività svolte con strumenti di Intelligenza Artificiale, scoprendo che la maggior parte di esse riguarda contenuti testuali, generazione di immagini, analisi dei dati e creazione di codice. Gli strumenti di AI più citati vanno da applicazioni per la generazione di testi e traduzioni, come ChatGPT e Google Translate, a strumenti per l’analisi dei dati, come Excel e Power BI, fino a soluzioni per la creazione di immagini e design, come Canva e Beautiful AI.

Impatto futuro: Baby Boomers vs GenX e GenZ

La percezione dell’impatto futuro dell’Intelligenza Artificiale sul mondo lavorativo varia notevolmente a seconda delle generazioni, livello di istruzione e contesto lavorativo. Se quasi il 10% dei Baby Boomers non è convinto che l’AI influenzerà significativamente il mondo del lavoro le Generazioni X e Z prevedono un impatto maggiore di questa tecnologia. Lo studio svolto da Seed Digital mette quindi in luce come, nonostante questa tecnologia stia guadagnando terreno nel mondo del lavoro, esista ancora una sfiducia diffusa.