Tecnologia ricondizionata: una pratica rilevante per diffondere l’economia circolare

Se l’economia circolare è un modello realizzabile per la salvaguardia dell’ambiente, quali sono per gli italiani le pratiche più rilevanti da attuare? Secondo una ricerca condotta da SWG e commissionata da Swappie, soprattutto il riutilizzo dei materiali e il riuso di prodotti, anche tecnologici, già esistenti.
Stando a quanto emerso dal Rapporto 2022 sull’Economia Circolare in Italia del Circular Economy Network, l’Italia, insieme alla Francia, è il Paese che lo scorso anno ha registrato le migliori performance di circolarità. La percentuale di riciclo di tutti i rifiuti ha raggiunto il 68% (contro la media europea del 35%) e il tasso di uso circolare della materia ha toccato il 21,6% (media europea del 12,8%).

Un modello applicabile anche nel settore tecnologico

L’economia circolare si riferisce a un sistema economico pensato per potersi auto-rigenerare e che attraverso azioni come ricondizionamento, riutilizzo e riciclo punta a estendere il più a lungo possibile il ciclo di vita di materiali e prodotti, riducendo al minimo scarti e rifiuti. Per gli italiani questo modello è applicabile anche nel settore tecnologico: per tre intervistati su quattro i rifiuti elettronici possono essere trasformati in risorse, avere una nuova vita e quindi essere re-inseriti nel mercato.
Ad alimentare questa visione ottimista è anche la preoccupazione per la gestione degli e-waste, diffusa soprattutto tra gli over 40, per i quali questo problema è infatti ancora sottovalutato. Per il 58% degli italiani il ricondizionato è simile al nuovo dal punto di vista del funzionamento, e tra i giovani questa percentuale sale a oltre due terzi.

Ottimizzare la gestione dei rifiuti

Non sorprende che l’ottimizzazione della gestione dei rifiuti e l’utilizzo di fonti rinnovabili siano al primo posto per gli italiani, considerando gli attuali incrementi della produzione di rifiuti pro-capite e i rincari dell’energia. Le altre due pratiche determinanti per un mondo più sostenibile, soprattutto per i Millennials, sono il riutilizzo dei materiali e il riuso di prodotti già esistenti con un miglioramento delle caratteristiche originarie. Gli intervistati riconoscono inoltre che lo sviluppo del settore del ricondizionato potrebbe avere un impatto positivo nel limitare i rifiuti elettronici (87%) e nell’educare a un modello di economia circolare (86%).

Ricondizionato, riciclato, usato: determinanti per tutelare l’ambiente

Il 57% degli intervistati da SWG, riporta Adnkronos, ritiene poi che un nuovo modello di sviluppo più sostenibile basato sull’economia circolare sia un percorso attuabile. E di fronte alla definizione dei suoi principi guida l’82% ne riconosce il ruolo potenzialmente determinante per la tutela dell’ambiente. Ma rispetto all’effettiva capacità del ricondizionato, il riciclato e l’usato di diffondersi come modello economico, invece, gli italiani sono più scettici che ottimisti. Il 23% è convinto che il modello di economia circolare avrà una diffusione notevole, mentre il 59% sostiene che l’economia circolare non riuscirà a diffondersi abbastanza per essere efficace.